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Lo spot si concentra sull’esaltazione di una bellezza ambientale e socio-culturale di tipo multisensoriale, discreta e composta, da leggere attraverso un percorso continuo, ritmato ed incalzante, di frames e “particolari compositivi”, di brevi colorate istantanee, che relazionano il contesto naturale alle tracce del fare umano.
Frames che focalizzano le peculiarità più nitide dei luoghi:
un sole terso, vivido e sempre presente, un vento impertinente che scuote le membra di una natura, a tratti incontaminata e primordiale, un mare infinito e trasparente che si fa specchio dei desideri più diversi, i colori armonici e vivaci di un clima caldo e generoso.
Alla forza caratterizzante del ritratto bucolico, naturale, si affianca, spesso sovrapponendosi, l’impronta dell’uomo: con la razionalizzazione dei campi policromi, la tessitura di lunghi filari d’alberi e piante, con i muretti di pietre a secco, tirate a forza da un terreno a volte difficile, arido e sassoso, con le antiche costruzioni, riccamente decorate, nella crosta più superficiale, e al tempo stesso scavate lentamente dall’erosione del vento, con la bellezza di un tessuto urbano compatto e omogeneo, con quell’assenza totale di figure antropiche, che avvicinano gli spazi, le piazze, alle più belle narrazioni pittoriche della metafisica di De Chirico.
Concetti latenti ma dalle potenzialità marcate, da leggere ed interpretare come ricchezza collettiva e democratica, sulla quale costruire un percorso itinerante di fruizione multisensoriale: gli odori e i colori della natura, il suono armonico dei versi degli animali, il silenzio irreale degli spazi nel centro antico.
Luoghi della meditazione, della memoria collettiva, luoghi dove si è fatta cultura, dove si è gioito, sofferto, dove si è lavorato.
Luoghi silenziosi che urlano di seduzione, desiderio, passione, fascino, autenticità.
Luoghi composti da particolari, frammenti, sovrapposizioni, mescolanze, nei quali emergono archi, fregi, campanili, portoni, elementi decorativi di una cultura che è ormai passato, ma che forte lascia in noi il segno dell’appartenenza.
Luoghi senza tempo, nei quali la nostra è solo una momentanea presenza, un po’ impertinente.
Un concetto di bellezza metafisica, di paesaggio senza tempo.
La figura umana compare, ma solo a margine, nelle battute finali del video, dove una sequenza d’immagini in dissolvenza, allude alle attività del folklore e della festosità tipicamente paesana.